(AVN) – Venezia, 1 luglio 2009
Il Consiglio Veneto ha approvato oggi la proposta di legge “Intervento regionale a sostegno del settore edilizio e per favorire l’utilizzo dell’edilizia sostenibile e modifiche alla legge regionale 12 luglio 2007, n. 16” che integra, in alcuni punti, l’accordo Stato-Regioni del marzo scorso, prevedendo interventi a favore sia della residenza, sia del produttivo. Il progetto di legge riguarda, in particolare, gli interventi di rinnovamento del patrimonio edilizio esistente, mediante la demolizione e la ricostruzione, che sono ammessi con aumenti volumetrici fino al 40%, sia per il residenziale che per il produttivo in zona propria, solo se realizzati con le tecniche costruttive di bioedilizia. Il 40% può inoltre essere elevato fino al 50% qualora gli interventi siano oggetto di un piano attuativo; inoltre viene chiarito il concetto di ristrutturazione edilizia che ha creato alcuni problemi applicativi nel territorio regionale ed infine, sempre oggetto di accordo, l’articolo che assegna ai comuni la competenza a decidere sulla applicazione della legge in questione. In tal senso i comuni avranno fino al 30 ottobre per deliberare se e con quali limiti applicare la normativa. Nell’ipotesi in cui il termine decorra senza un provvedimento comunale espresso, la Giunta regionale, attraverso la nomina di un commissario, potrà far convocare il Consiglio comunale perché prenda le sue decisioni. Nel silenzio del comune, la legge troverà comunque applicazione per tutte le zone del territorio, ma solo per la prima casa e con esclusione dei centri storici, degli edifici vincolati o soggetti a specifiche forme di tutela e per quelli che ricadono in aree di inedificabilità assoluta o in aree ad alta pericolosità idraulica. La legge veneta prevede, inoltre, la possibilità di ampliare del 20%, rispetto all’esistente, gli edifici residenziali e ad uso diverso, consentendo di realizzare tale ampliamento in aderenza oppure utilizzando un corpo edilizio contiguo già esistente. In determinate ipotesi è inoltre ammessa la realizzazione di un corpo edilizio separato, che comunque va considerato accessorio e pertinenziale rispetto al fabbricato principale. Nel progetto di legge veneto assume particolare rilievo anche l’articolo dedicato ai titoli edilizi: per dare il via ai lavori non servirà più il permesso di costruire ma sarà sufficiente la DIA corredata da una specifica documentazione e per presentare le richieste ci sono 24 mesi di tempo da quando la legge entrerà in vigore. Da segnalare, infine, che gli interventi potranno essere realizzati anche in deroga ai piani regolatori e nel rispetto delle norme statali in materia di distanze e per quanto riguarda gli oneri i è prevista la riduzione del 60% solo per le prime case. Al termine della votazione l’Assessore all’Urbanistica e Politiche del Territorio, Renzo Marangon, ha espresso grande soddisfazione per l’approvazione della legge, frutto del lavoro di tutta l’aula e voluta con il solo intento di rilanciare molti settori del comparto dell’edilizia, oggi fermi e per dare risposte alle esigenze di molte famiglie venete. “Ma non solo, - ha precisato - sarà anche una boccata d’ossigeno straordinaria che consentirà di rinnovare un parco edilizio per molti aspetti fatiscente, rendendo nel contempo più belle le periferie delle città, restituendo alle sue tradizioni il nostro paesaggio e preservando maggiormente l’ambiente. Non sarà possibile – ha assicurato Marangon – nessun abuso, né nessuna cementificazione selvaggia, anche perché i Comuni potranno limitare l’applicazione della legge in virtù dei propri Piani regolatori, del proprio territorio e delle proprie dinamiche”.