Piano casa: le Regioni si dividono sulle scelte
Tratto dal Sole 24 ore - 6 maggio 2009
Subito dopo la Toscana arriva il Veneto. Dopo aver bruciato tutti varando per primo il disegno di legge sul piano casa, al quale si è ispirato lo stesso Governo, la Regione di Galan deve ora accontentarsi di un secondo posto nella maratona delle norme locali per dare il via agli ampliamenti e alle demolizioni. Il varo del Piano casa in Veneto è previsto per la fine di questa settimana o, al massimo, gli inizi della prossima.
La legge va nella direzione opposta a quella della Toscana e cioè allarga i vincoli imposti anche rispetto all'intesa Governo– Regioni del 1 aprile.
Anzi: il Ddl veneto è rimasto fedele alle intenzioni orginarie di Berlusconi e quindi ammette gli interventi anche nei condomini, nei centri storici, nei fabbricati non residenziali.
Nel passaggio in commissione Urbanistica, poi, il bonus di volumetria concesso in caso di demolizione e ricostruzione è addirittura salito al 40 per cento, il 5 per cento in più rispetto al modello ideato dallo stesso Berlusconi. Ma l'enorme distanza che separa le due Regioni più veloci è solo il primo assaggio di quello che succederà, da qui a fine giugno, in tutta Italia, quando sarà completo il quadro delle scelte delle Autonomie. Come risulta da un'inchiesta condotta dal settimanale del Sole 24 Ore «Edilizia e territorio», il piano casa si sta evolvendo a macchia di leopardo con cinque Regioni più permissive rispetto all'accordo,(oltre al Veneto, la Lombardia, la Liguria, le Marche e la Sicilia) ed altre, soprattutto naturalmente quelle di centrosinistra, più restrittive (oltre alla Toscana, il Piemonte, l'Emilia Romagna,la Campania e la Puglia, ma anche –a sorpresa – la Sardegna).
Alcune poi si mantengono sostanzialmente aderenti ai termini dell'accordo: l'Umbria, per esempio. Ma tra queste una sola ha già messo nero su bianco le proprie intenzioni: la Sicilia. La regione guidata da Raffaele Lombardo ha varato un disegno di legge che va oltre il premio del 20 per cento di cubatura pensato da Berlusconi. Si parte da un aumento possibile del 25 per cento per le abitazioni fino a 500 metri cubi a cui si aggiunge un bonus del 5 per cento se si utilizzano energie rinnovabili e si arriva a un ulteriore 15 per cento in più per tutta la quota che eccede i 500 metri cubi.
La settimana prossima anche la giunta del Piemonte dovrebbe licenziare il disegno di legge: si pensa a non concedere deroghe ai piani urbanistici e a fissare standard esigenti di risparmio energetico per ottenere il 35 per cento in più sulla demolizione e ricostruzione. Resta invece a guardare il Trentino Alto Adige: le province di Trento e Bolzano hanno già proprie norme con i premi di cubatura e preferiscono quindi sostenere l'edilizia attraverso contributi ai privati per la ristrutturazione. Molto più difficile, intanto, il cammino del decreto legge sulla semplificazione edilizia, che dovrebbe completare il quadro legislativo nazionale del piano casa.
Valeria Uva - Sole 24 Ore