allora, il problema delle zone umide va affrontato in base al pacchetto muro che si utilizza... le strutture in legno massiccio a tronchi o a pannello massiccio sono poco indicate, meglio le strutture a telaio in quanto la percentuale di legno massiccio sull'intera costruzione è limitata e ben bilanciata per le zone umide... i movimenti sono praticamente nulli e comunque omogenei...
individuata la tipologia di struttura in base alla zona bisogna fare un distinguo fra le due tecniche "a telaio" maggiormente utilizzate. Un pò di storia prima... le case in legno sono state costruite nel tempo seguendo due metodi... il primo a tronchi sovrapposti e il secondo a graticcio. I sistema a graticcio non usano una soluzione massiccia ma utilizzano il sistema di un intreccio di montanti verticali e correnti orizzontali e obliqui posti ad una distanza ritmica... un esempio di sistema a graticcio sono le case nordiche tedesche o norvegesi dove è ben visibile la struttura in facciata... l'evoluzione negli anni del sistema a graticcio ha creato due tipologie, il sistema Baloon Frame utilizzato dai pionieri americani alla fine del XIX secolo derivante dai sistemi norvegesi a montanti lunghi chiamato Stav-kirke e il sistema a platform frame.
Baloon Frame
Paltform frame
Il primo (BF) necessita di tagli di legno molto lunghi in quanto l'intera facciata è costituita da correnti verticali terra-cielo a cui si incastrano le strutture orizzontali di piano mentre il secondo (PF) è più flessibile inquanto non servono sezioni lignee lunghe perchè la struttura portante è costituita da spezzoni che vanno da piano a piano... dal PF derivano le strutture portanti odierne a gabbia portante tridimensionale in cui tutte le pareti concorrono a distribuire i carichi e, semplificando, la struttura è composta da parete che sostiene il solaio che sostiene la parete che sostiene il solaio ecc. ecc.... questo sistema tridimensionale portante ha dato vita al sistema a pannelli portanti a telaio tipico del processo industriale delle case prefabbricate, queste pareti sono tamponate sui due lati da lastre controventanti e riempite di materiale fono e termoisolante e sul lato esterno di tamponamento si applica un cappotto in modo da eliminare i ponti termici tipici delle interruzioni parete-solaio.
Ora, i sistemi a gabbia sono i più indicati nelle zone umide in quanto il legno è incapsulato fra i pannelli controventanti e quindi protetto da fuoco e le variazioni di umidita non causano spostamenti apprezzabili della struttura... comunque sia per farla breve non è la dilatazione del legno il problema ma l'umidità in parete che può creare condensa... è importante definire bene dove cade il punto rugiada all'interno della parete... qui entrano in gioco i materiali utilizzati nella stratigrafia... in zone umide mai e poi mai farei una casa che non sia bio al 100%... i derivati del petrolio hanno un'ottima resa di coibentazione ma non sono per niente permeabili all'umidità e quindi non permettono la fuoriuscita dell'umidità dalla parete... per stare tranquillo i materiali devono essere completamente naturali... canapa, lana animale o vegetale, fibra di legno, sughero, fermacell (fibrogesso: fibra di legno e gesso)... per il cappotto esterno meglio il sughero della fibra di legno in quanto ha un coefficiente di traspirabilità 2 volte superiore alla fibra di legno mentre l'intonaco deve essere a base calce, minerale o cocciopesto, niente intonaco con leganti cementizi...
Da un punto di vista tecnico quando si parla di umità in parete si rientra nell'ambito della Psicrometria (tratta il comportamento della miscela di aria e vapor d'acqua, con riferimento alle trasformazioni alla pressione atmosferica che interessano sia il benessere ambientale che l'interazione con le murature) e in generale della FisicaTecnica ... da un punto di vista pratico si analizza il Diagramma di Glaser, metodo grafico per lo studio del fenomeno della condensa all'interno di una parete. Per disegnare il diagramma di glaser si identificano le superfici di separazione tra i vari strati della struttura ed in corrispondenza delle variazioni si determinano:
a) le temperature;
b) le pressioni di saturazione del vapore d'acqua;
c) le pressioni parziali del vapore funzioni delle caratteristiche termoigrometriche dell'aria in contatto con la parete e della permeabilità dei materiali che la costituiscono;
e si confronta il valore di pressione parziale del vapore con quello di saturazione
Ogni produttore fornisce il diagramma dei suoi pacchetti parete e in base al diagramma bisogna fare una cernita....
Da un punto di vista pratico per eliminare il fenomeno della condensa all'interno della parete occorre inserire sulla faccia calda dell'isolante un materiale con bassa permeabilità al vapore (barriera al vapore), in modo che la pressione parziale del vapore scenda a valori inferiori di quello della corrispondente pressione di saturazione
Chiudendo il cerchio, per rispondere alla tua domanda, si costruisce tranquillamente anche nelle valli di comacchio dove l'umidà relativa è fra le più alte d'Italia, bisogna però utilizzare materiali e pacchetti muro appropriati
P.